Wecologistic? Avanti c’è posto per tutto
PIOMBINO 25 gennaio 2019 — Il 4 ottobre 2017 il sindaco di Piombino, a fronte della disponibilità della società Wecologistic, manifestata a Sei Toscana gestore dei rifiuti urbani, di trattare la “trasferenza” cioè i rifiuti urbani raccolti nella Val di Cornia prima di trasferirli nelle discariche del grossetano, scrisse una lettera molto decisa in cui sostanzialmente stoppava l’iniziativa. “Pur consapevoli dell’imminente cessazione dell’impianto di trasferenza da parte della società RIMateria — scriveva il sindaco — i ritiene tuttavia che la scelta in ordine alla necessità ed alla localizzazione di detto impianto debba essere preceduta da una adeguata analisi delle possibili opzioni alternative”. La localizzazione era quella dell’ex stabilimento Redi, vicino alla Dalmine, acquisito da Wecologistic.
Quella localizzazione proprio non andava bene al sindaco.
Lì, dove non andava bene lo stoccaggio di rifiuti urbani, sembra vadano bene oggi “…attività … riconducibili ad operazioni di smaltimento rifiuti mediante il loro raggruppamento, ricondizionamento e deposito … propedeuticamente al loro invio ad altre operazioni di smaltimento, prevedendo di trattare rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi. Si prevede altresì di svolgere … attività assimilabili a quelle funzionali allo smaltimento descritte nel precedente capoverso, ma per tipologie di rifiuti che siano destinati ad operazioni di recupero …, anche in questo caso funzionalmente alla preparazione dei rifiuti pericolosi e non pericolosi al loro invio presso altri impianti e/o siti autorizzati”.
Lo dice lo stesso presentatore della domanda di Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) regionale, cioè la stessa società Wecologistic.
Il Comune di Piombino sta infatti predisponendo (l’ha già presentata nella quarta commissione consiliare alla presenza attiva di un tecnico della stessa Wecologistic) una proposta di modifica al regolamento urbanistico (RU) per una piattaforma logistica per lo smaltimento e/o recupero di rifiuti pericolosi e non a Ischia di Crociano ampliando di circa 4 ettari la zona denominata F6 destinata a aree e attrezzature per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti e attività assimilate per poter permettere la realizzazione di piattaforme logistiche per lo smaltimento e/o recupero di rifiuti precisando che qualora l’intervento non sia soggetto a VIA il progetto dovrà essere corredato da specifica relazione ambientale con riferimento alla disciplina di cui all’art. 10 del RU.
È la zona evidenziata in viola nella cartografia:
In questo modo, così come si può vedere nella cartografia sottostante, viene ampliata e contemporaneamente modificata la normativa di quell’ampia zona oggetto oggi del progetto RIMateria.
Già prima che il sindaco scrivesse sulla “trasferenza”, esattamente il 4 agosto 2017, Wecologistic aveva richiesto alla Regione Toscana l’avvio del procedimento di verifica di assoggettabilità a Valutazione di Impatto Ambientale per la realizzazione, proprio in quell’area, dell’impianto di smaltimento e recupero di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi e la Regione Toscana aveva deciso il 24 gennaio 2018 di escluderla subordinatamente al rispetto delle prescrizioni e con l’indicazione delle raccomandazioni che possono essere lette nell’articolo pubblicato da Stile libero Idee dalla Val di Cornia il 24 gennaio 2018 “Rifiuti pericolosi e non dove si prevede la siderurgia”.
Il Comune di Piombino aveva rilevato la non coerenza della proposta sia con le previsioni urbanistiche vigenti che con quelle adottate (la variante Aferpi) che sancivano invece la vocazione prettamente industriale di quelle aree. Ma se l’era cavata aggiungendo che ”il successivo titolo autorizzativo (AIA che riassorbe in questo caso l’autorizzazione ex art. 208 del Dlgs. n. 152/2006) dovrà costituire necessariamente variante agli strumenti urbanistici vigenti, previa consultazione e confronto con l’amministrazione comunale”.
Wecologistic ha presentato l’istanza di avvio del procedimento per il rilascio dell’ AIA l’8 giugno 2018 ed a questo punto probabilmente la Regione Toscana ha preteso, come è giusto, non tanto “consultazione e confronto con l’amministrazione comunale” quanto piuttosto una valutazione urbanistica del Comune che non fosse il semplice rinvio all’ AIA che fa variante automatica. Il Comune allora ha dovuto scegliere se confermare o no le previsioni della variante Aferpi, ormai approvata definitivamente, che destina quell’area a “Ambiti industriali di espansione per l’industria siderurgica”.
Poco importa che sia avviato il procedimento che porterà ad un nuovo Piano strutturale, poco importa che siamo di nuovo di fronte ad una variante puntuale, poco importa il dibattito che interessa davvero gran parte della popolazione proprio sul peso che il trattamento dei rifiuti previsto nel territorio del Comune può avere in negativo su altre destinazioni economiche che su cui lo steso Comune dice di voler puntare (turismo e annessi e connessi).
La variante si fa, ha deciso il Comune.
Un’ultima considerazione.
La normativa dello strumento urbanistico che viene modificata per permettere il progetto Wecologistic davvero non eccelle per chiarezza e magari questa poteva essere l’occasione per depurarla da oscurità e possibili incomprensioni.
Soltanto alcuni esempi:
- si fa riferimento a aree e impianti di trattamento dei rifiuti civili ma si sa bene che ormai i rifiuti urbani in quella zona né sono né saranno più trattati;
- si parla di coerenza con le previsioni del Piano provinciale dei rifiuti ma si sa che prima le province ora gli ATO rifiuti possono elaborare i loro piani solo per i rifiuti urbani essendo i rifiuti industriali oggetto di attività di mercato (così fa RIMateria);
- lo stesso titolo “attrezzature ed impianti di interesse generale” sembra proprio inappropriato dato che discariche e impianti per il trattamento dei rifiuti speciali pericolosi o non pericolosi sono attività di mercato che non hanno nulla a che vedere con i servizi d’interesse generale. Sono attività commerciali e industriali con un bacino di riferimento non legati direttamente ed esclusivamente ai rifiuti prodotti nella grande zona industriale di Piombino.
Pare che la norma rispecchi ancora una assoluta non chiarezza che ha regnato per anni nelle attività di Asiu (un po’ servizi pubblici ed un po’ attività di mercato, un po’ rifiuti urbani un po’ rifiuti speciali) e che adesso regna nella mission di RIMateria, dichiarata funzionale al trattamento dei rifiuti del polo industriale di Piombino ma nella realtà nel mercato nazionale dei rifiuti speciali.
Si vuole una conferma di tutto questo?
Basta leggere la relazione del marzo 2014 del Responsabile del procedimento del Regolamento Urbanistico del Comune di Piombino a proposito della parte del RU su Gestione dei rifiuti: “In relazione ai nuovi carichi antropici previsti dal RU il NTV (è il Nucleo Tecnico di Valutazione comunale, ndr) ritiene prioritario dar seguito alle previsioni di adeguamento/ampliamento del polo impiantistico di Ischia di Crociano al fine di garantire la corretta gestione dei rifiuti sul territorio, la tutela dell’ambiente e la salute pubblica. A tal fine il NTV ritiene opportuno che sia specificato se il nuovo polo di Ischia di Crociano è dimensionato per il solo trattamento dei rifiuti solidi urbani e assimilati prodotti nel bacino di utenza o anche di altri rifiuti speciali prodotti in ambiti esterni al bacino.
In via generale il NTV ritiene che la verifica del processo di smaltimento e trattamento dei rifiuti connessi alle trasformazioni territoriali previste (in particolare di quelle industriali con elevata produzione di rifiuti) debba costituire elemento valutativo per la fattibilità degli interventi stessi. Si evidenzia che per quanto riguarda il potenziamento del polo impiantistico di trattamento rifiuti di Ischia di Crociano il RU non può che limitarsi a confermarne la previsione, demandando poi al nuovo Piano interprovinciale del competente ATO la definizione delle strategie e delle scelte per una più efficace e corretta gestione dei rifiuti del bacino di utenza di riferimento”.
Come sappiamo i rifiuti urbani non vengono più trattati, il riferimento al nuovo Piano interprovinciale del competente ATO è superato, la priorità al processo di smaltimento e trattamento dei rifiuti connessi alle trasformazioni territoriali previste (in particolare di quelle industriali con elevata produzione di rifiuti) è scomparsa.
La variante si fa: ha deciso il Comune.